Dopo le parole del Papa all’Angelus: Migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia 

Comunicato della Presidenza CEI 

“Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione  in Libia: non vi dimentico mai; sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini,  donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla  comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni, concrete e  durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto  soffrono coloro che sono respinti! Ci sono dei veri lager lì. Occorre porre fine al ritorno dei  migranti in Paesi non sicuri e dare priorità al soccorso di vite umane in mare con dispositivi  di salvataggio e di sbarco prevedibile, garantire loro condizioni di vita degne, alternative  alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo. Sentiamoci  tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle, che da troppi anni sono vittime di questa  gravissima situazione. Preghiamo insieme per loro in silenzio”. 

(Papa Francesco, Angelus, 24 ottobre 2021) 

La Presidenza della CEI fa proprie le parole pronunciate da Papa Francesco ieri, 24 ottobre,  dopo la preghiera dell’Angelus, e rivolge al Paese e all’Unione europea un appello affinché  siano posti in atto interventi efficaci, capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e la  tutela della persona.  

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare – verbi indicati dal Papa – restano la  bussola da seguire per affrontare la questione migratoria e trovare soluzioni adeguate a un  dramma che continua a mietere vittime e infliggere sofferenze. Si tratta di una situazione  che non può essere più ignorata. Per questo, la Presidenza, assicurando che la Chiesa  italiana, alla luce dell’enciclica “Fratelli tutti”, proseguirà nella sua intensa opera in favore  degli ultimi, auspica che anche la Comunità internazionale si faccia carico dei bisogni dei  migranti e dei profughi, perché nessuno sia più costretto a fuggire dalla propria terra e a  morire nei viaggi verso un futuro migliore. Solo ascoltando il grido degli ultimi si potrà  costruire un mondo più solidale e giusto per tutti.  

Il Mediterraneo deve tornare ad essere culla di civiltà e di dialogo, nello spirito della  fratellanza già incoraggiato nel secolo scorso da Giorgio La Pira, nel cui ricordo i Vescovi dei  Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum si ritroveranno – per iniziativa della CEI – a Firenze,  dal 23 al 27 febbraio 2022, per riflettere sul tema della cittadinanza. In Libia, ha ricordato il  Papa ieri, “ci sono dei veri e propri lager”. La sicurezza e la dignità della vita umana  reclamano rispetto sempre e per tutti. La Presidenza CEI chiede di non volgere più lo  sguardo altrove e invita tutte le comunità cristiane a unirsi alla preghiera di Papa Francesco. 

Roma, 25 ottobre 2021