Il giubileo degli artisti a Benevento

IL PROGETTO
«È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico”» Evangelii Gaudium, n. 167

Papa Paolo VI disse una volta che il dramma del nostro tempo è il “divorzio” tra arte e cultura.
Nel corso degli ultimi secoli, infatti, il dialogo tra Chiesa e arte, da sempre fecondo e creativo, si è incrinato portando ad un impoverimento reciproco.
È proprio per recuperare tale dialogo che Paolo VI incontrò, nel 1964, gli artisti nella Cappella Sistina; Giovanni Paolo II dedicò loro, nel 1999, una lettera personale e Benedetto XVI, dopo 40 anni, ha voluto incontrare nuovamente tutti gli artisti.
Papa Francesco ha avuto parole di apprezzamento agli artisti : “Voi siete fautori di bellezza, voi fate la bellezza e la bellezza fa bene all’anima. La bellezza  ci avvicina a Dio, ma dietro questo spettacolo di bellezza, quante ore di allenamento ci sono, eh! Andate avanti, continuate, grazie”.
Ed è proprio per rilanciare un dialogo che non avrebbe mai dovuto interrompersi, che l’UCAI di Benevento ha dato il via al progetto -L’ARTE DELLA MISERICORDIA-LA MISERICORDIA NELL’ARTE- una riflessione sull’arte come strumento di trasmissione della fede. Arte con la A maiuscola che non è quel concetto sbagliato che i media trasmettono ai giovani, ma l’arte come dono di Dio, frutto di passione, lavoro e sacrificio, che diventa linguaggio universale e modello educativo per tutti.
È infatti da questa esigenza di sostenere la crescente attenzione verso le arti come linguaggio di evangelizzazione e del patrimonio culturale ecclesiale come risorsa di educazione alla fede che nasce questo progetto.
Il progetto mira alla realizzazione di un evento di grande portata per valorizzare attraverso il potere evangelizzatore dell’arte il GIUBILEO DEGLI ARTISTI a Benevento sul tema della Misericordia. Intende , ossia, declinare le tematiche della misericordia nel campo dell’arte figurativa, della musica, della danza, del teatro, della cinematografia, attraverso seminari e workshop a tema ed evento finale.

Programma:

24 SETTEMBRE

MATTINA
POMERIGGIO

CONVEGNO

 

Ore 09.30  apertura convegno
Ore 16.00  Interventi pomeridiani

Introduzione:

Don Pietro D’Angelo
assistente ecclesiastico UCAI sez. Benevento

Dott.ssa Angela Ilenia Adamo
Presidente UCAI sez. Benevento

Relatori:

Mons. Felice  Accrocca Arcivescovo di Benevento
“La misericordia nella letteratura del poverello di Assisi”

Dott.sssa Maria Grazia Bernardini
Curatrice della mostra
“LA MISERICORDIA
NELL’ARTE” ai Musei Capitolini di Roma

Padre Antonino Carillo
Francescano conventuale biblista
“Le 7 opere di misericordia di Caravaggio”

Peppe Zotti maestro di pittura
“Ascoltare il segno” – come nasce una icona

Relatori:

Maurizio Fratamico
Animatore della Comunità “Nuovi Orizzonti”
Monologo-testimonianza
”Quando l’arte incontra la misericordia”

Dott.ssa Elisa De Sciscio
Psicologa-psicoterapeuta
“Come in un giardino di sentieri infiniti, arte, psiche e misericordia di Dio si incrociano in mutevoli interpretazioni dell’animo umano”

Melania Petriello
Giornalista
“ La storia di Carlotta Nobile- L’angelo con il violino”

Gaetano D’Angelo
Operatore del benessere psico-fisico
della C.O.N.I.
“Il corpo- uno strumento di misericordia”

Filippo Velardi
Attore teatrale e cinematografico
“il teatro come espressione dall’amore misericordioso del Padre”
PROGRAMMA
L’ARTE DELLA MISERICORDIA, LA MISERICORDIA NELL’ARTE

 

25 SETTEMBRE

LUOGO DELL’EVENTO
EVENTO

ORE 19.00

GIUBILEO DEGLI ARTISTI

CATTEDRALE DI BENEVENTO
SANTA MESSA degli artisti presieduta da S. E. Rev.ma  Mons. Felice  Accrocca Arcivescovo di Benevento
e animata dal Coro di Santa Cecilia diretta dal M° Lupo Ciaglia

ORE 20.30

EVENTO-SPETTACOLO

ARCO DEL SACRAMENTO

o in caso di pioggia Teatro De Simone

EVENTO-SPETTACOLO
Presentato dalla giornalista Barbara Ciarcia

Esibizioni di vari artisti cattolici
(MICHELANGELO FETTO, ANGELO SATERIALE, EL TICO TRIO, MUSICALIA, TRIO SIRIO E ILENIA ADAMO, MICHELE PUCILLO, MAURIZIO DE SANTIS, FILIPPO VELARDI, SERIANA LEPORE E SANNIO BALLET ACCADEMY)

Testimonianza di artisti cattolici
CLAUDIA KOLL
MAURIZIO DE SANTIS

 

ESPONGONO IN UNA COLLETIVA DI ARTISTI CATTOLICI
ANTONELLA BOTTICELLI  ARTISTA INFORMALE
CARLO DA VINO MAESTRO PRESEPIALE
GIOVANNI FALLARINO PITTORE
VINCENZO FUCCI FOTOGRAFO
VINCENZO MAIO FOTOGRAFO E GIORNALISTA
GIUSEPPE ZOTTI PITTORE E ICONISTA

LA MISERICORDIA NELL’ARTE

Il seminario si svolgerebbe durante la mattinata a cura dei curatori della mostra capitolina sulla misericordia. Interverranno il vescovo, il presidente ucai e il padre spirituale.
Il tema della Misericordia, proprio perché costituisce il cuore del pensiero cristiano, è stato oggetto di tante opere d’arte, da dipinti a sculture, da miniature a incisioni, che raffigurano da una parte la Madonna della Misericordia, cioè la Vergine che accoglie con il mantello il popolo cristiano, come una madre che protegge, difende e aiuta la propria prole, e dall’altra le Opere di Misericordia Corporali, che Cristo enuncia (Vangelo di San Matteo, 25, 35-36) e che il buon cristiano deve compiere. La mostra dunque esporrà varie testimonianze artistiche dedicate al tema della Misericordia, suddividendo il percorso in due sezioni: La Madonna della Misericordia.
L’appellativo di Mater Misericordiae è molto antico, risale probabilmente tra il V e il VI secolo, quando viene citata così in un sermone dello scrittore Giacomo di Sarug. L’iconografia in cui la Vergine appare in piedi con un grande mantello sotto il quale accoglie il popolo di Dio ebbe origine in Toscana e nel Lazio nell’alto Medioevo ed ebbe una grande diffusione tra il Tre e il Quattrocento. L’opera più famosa di questo tema è il Polittico della Misericordia di Piero della Francesca, che si trova a Borgo San Sepolcro, ma tanti sono stati gli artisti che l’hanno raffigurata, da Simone Martini a Lippo Memmi, da Bartolomeo Caporali a Pietro Perugino. Ancora oggi, in una recente omelia, papa Francesco ha invitato a riflettere su una icona medievale della Vergine, la Madonna della Misericordia, e a pregare, perché “in questi tempi di turbolenza spirituale, di odio e di persecuzione” Lei ci difenda e ci soccorra. In questa sezione, un piccolo nucleo di dipinti testimonieranno della grande diffusione che il soggetto ebbe e tra questi si segnalano un dipinto di Niccolò Alunno, proveniente dalla Pinacoteca Comunale di Assisi, una tavola della fine del Quattrocento del Museo Diocesano di Orte, una tela di Jacopo Zanguidi detto Il Bertoja della Galleria Nazionale di Parma.
Le Sette Opere di Misericordia Corporali Le Opere di Misericordia sono per la prima volta descritte da Cristo stesso nel Vangelo di San Matteo e vengono ben presto codificate in un elenco. Nella coscienza cristiana si sviluppa infatti il senso dell’importanza della traduzione pratica dell’amore di Dio che si esterna nell’amore per l’altro. Tuttavia probabilmente è solo nel XII secolo che viene stabilita la lista delle sette opere di misericordia, le sei citate da San Matteo (vestire gli ignudi, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati) e seppellire i morti.
LA MISERICORDIA NELLA MUSICA
L’inno ufficiale del Giubileo della Misericordia si apre con le parole “Misericordes sicut Pater”, ovvero il motto del Giubileo, “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca (6,36). Gli autori della musica, Paul Inwood, e del testo, il padre gesuita Eugenio Costa, hanno donato ogni diritto di sfruttamento di questa opera al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione al fine di facilitare la diffusione dell’Inno in tutta la Chiesa. Lo scopo di un canto, un canto liturgico, è sempre quello di aiutare chi lo canta ad entrare in quello che si sta facendo. Questo canto avrebbe, dal punto di vista rituale, il senso di essere un canto processionale, ciò vuol dire che deve aiutare ad accompagnare una lunga processione, per esempio di ingresso, di inizio di una celebrazione – può essere una Messa o altro – con molte persone, spesso con molti vescovi, sacerdoti e diaconi. Che questo venga accompagnato da questa musica, che ha un suo ritmo pacato, però preciso, che aiuta a camminare nella fede e nella speranza.
Come afferma Sant’Agostino: “ Cantare è espressione di gioia e amore “ ( Sermone 34, 1 ). La lode che rivolgiamo a Dio è il nostro dialogo di amore con lui e se, a volte le parole non riescono a d esprimere quanto sentiamo nel cuore, la musica è in grado di manifestare il mistero dell’amore di Dio per noi e del nostro amore per lui.
Il servizio della musica e del canto alla comunità cristiana con le attese dell’anno giubilare della misericordia.
• Consigliare i dubbiosi – Sant’Ambrogio affermava “cantiamo le cose di cui siamo convinti e mentra cantiamo la verità si imprime ancor meglio nei nostri sentimenti” Salmo 118, 25-26. La fede è un dono che nasce e si alimenta della parola di Dio. In qesto senso la musica e il canto basati sulla Scrittura possono contribuire a un ascolto più attento della Parola.
• Insegnare agli ignoranti – Coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn12,3b) la musica e il canto hanno certamente un valore pedagogico e di istruzione perché aiutano meglio a comprendere la Parola di Dio
• Ammonire i peccatori – Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati ( Gc 5,20 ). Secondo i padri della chiesa la soavità del canto ha la capacità di volgere a compunzione tanti cuori induriti dal peccato.
• Consolare gli afflitti – Il canto ha la capacità di sollevare spiritualmente i sofferenti dalle loro angustie ed è una potente preghiera di intercessione per i sofferenti.
• Perdonare le offese – L’inno del perdono è certamente contenuto nel Padre Nostro dove diciamo rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Il perdono è la cifra della vita cristiana come la misericordia lo è di Dio. Il canto, in questo senso, ci mette in continuo dialogo con Dio, mitiga l’ira, placa le ansie, è un pegno di pace e di concordia.
• Sopportare le persone moleste – Il canto secondo Sant’Agostino opera in noi una cardio-trasformazione, ossia trasformazione del cuore contro l’intolleranza e l’individualismo che ci rende individualisti e autoreferenziali.
• Pregare Dio per i vivi e per i morti – La preghiera è un ponte tra cielo e terra, così come la preghiera nel canto. Ogni musicista, ogni cantante, sia consapevole di fare parte di una scena in cui cantano il teatro degli angeli. La preghiera cantata è detta universale perché abbraccia il mondo intero, tutta la creazione, ogni creatura in ogni luogo e in tutti i tempi.
La misericordia nella DANZA
Spesso la vita di fede è stata concepita come l’osservanza di alcuni obblighi, mentre è dono dello Spirito, rappresentato biblicamente con immagini vive: fuoco, acqua, vento, dono che gratuitamente si riceve e solo gratuitamente si offre. La Chiesa, attraverso l’arte, può rendere non solo percepibile, ma anche affascinante il mondo dell’invisibile. La bellezza, infatti, come sostiene Giovanni Paolo II: «è richiamo al trascendente. È invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell’arcana nostalgia di Dio che un innamorato del bello come sant’Agostino ha saputo interpretare con accenti ineguagliabili: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!” ».
Nell’ambito di questa ricerca del Bello con la B maiuscola, nel tentativo di rendere in qualche modo visibile la realtà futura del paradiso, la sua armonia e la sua gioia, anche la danza sacra riveste un ruolo determinante, come autentica forma di trasfigurazione dell’uomo, come apertura al trascendente, come proposta di preghiera contemplativa.
Io danzavo
Una preghiera scritta da Sydnei Carter, che è un vero e proprio inno a Cristo danzatore, in conclusione, può aiutarci a comprendere ancora meglio l’autentico spirito della danza sacra.
Io danzavo il mattino in cui nacque il mondo,
danzavo circondato dalla luna, dalle stelle e dal sole.
E discesi dal cielo a danzare sulla terra quando venni al mondo a Betlemme.
Io danzavo per lo scriba e per il fariseo,
ma essi non hanno voluto né danzare, né seguirmi;
danzavo per i pescatori, per Giacomo e per Giovanni,
essi mi hanno seguito e sono entrati nella danza.
Io danzavo il giorno di sabato, ho guarito il paralitico,
la gente per bene diceva che era un onta.
Mi hanno frustato, mi hanno lasciato nudo,
mi hanno appeso ben in alto su una croce per morire…
Io danzavo il venerdì santo quando il cielo divenne tenebra
(è difficile danzare con il demonio alle spalle).
Hanno seppellito il mio corpo ed hanno creduto che fossi finito,
ma io sono la danza e conduco sempre io il ballo.
Hanno voluto seppellirmi, ma sono rimbalzato ancora più in alto,
perché io sono la vita, la vita che non può morire:
io vivo in voi e voi vivete in me, perché io sono il Signore, il Signore della danza.
Danzate, ovunque voi siate,
perché io sono il Signore, il Signore della danza
e io conduco la vostra danza, ovunque voi siate,
io condurrò la vostra danza.