Lettera dell'arcivescovo mons. Felice Accrocca ai volontari del Banco alimentare

Il pane che noi non mangiamo…

 

Carissimi,

l’attuale congiuntura – una crisi economica ormai di lunga durata alla quale sono venute ad aggiungersi le difficoltà create dal covid 19 – sta moltiplicando a dismisura il numero dei poveri, allargando progressivamente il solco tra coloro (molto pochi) che diventano sempre più ricchi e gli altri (moltissimi) che diventano sempre più poveri. Una tale situazione di cronica ingiustizia è il frutto di strutture di peccato che un giorno Dio scardinerà per sempre. Nell’attesa di quel giorno, non possiamo e non dobbiamo stare con le mani in mano: a ogni cristiano e a ogni uomo di buona volontà è chiesto di lottare contro questo stato di cose e di crescere nella solidarietà, stabilendo rapporti di reciproco aiuto e mutua carità.

Basilio il Grande, nell’omelia VI (Sull’avarizia) dice parole penetranti, che fanno pensare: «I beni che hai ricevuto – dice il vescovo di Cesarea – per distribuirli a tutti, te li sei accaparrati. Chi spoglia un uomo dei suoi vestiti è chiamato predone, e chi non veste l’ignudo, potendolo fare, quale altro nome merita? All’affamato appartiene il pane che tu nascondi; dell’ignudo è il mantello che tu conservi nei tuoi armadi; dello scalzo i sandali che ammuffiscono presso di te; del povero il denaro che tu rinchiudi. Così tu commetti altrettanta ingiustizia quanti sono i poveri che avresti potuto aiutare».

Desidero perciò ringraziare tutti coloro che, nella giornata del 27 novembre, saranno a disposizione del Banco alimentare per raccogliere prodotti poi messi a disposizione delle parrocchie per l’aiuto che le stesse prestano a tante situazioni di bisogno. Grazie per quanto fate, per il tempo che donate, per i sorrisi che elargite.

Il Signore vi benedica, perché il vostro gesto contribuisce a rendere migliore la nostra città e la nostra Chiesa.

 

Benevento, 24 novembre 2021

 

 

† Felice vescovo