“Una terra baciata dalla santità”

 

Raffaele Iaria. Dopo trent’anni il borgo antico di Pietrelcina, dove Padre Pio ha vissuto circa 30 anni della sua esistenza prima di andare a San Giovanni Rotondo, in questi giorni non si è trasformato nell’ “Antica Betlemme”. Infatti da trent’anni veniva allestito un presepe vivente molto visitato e conosciuto non solo nel Sannio o in Campania ma nell’intero Paese. Un presepe che aveva come luogo centrale della rappresentazione proprio la casa natale del santo delle stimmate. Alla delusione per questo “mancato evento” – che in tanti sperano venga ripristinato il prossimo anno – quest’anno si registra una certa euforia per l’annunciata visita di Papa Francesco il prossimo 17 marzo. Una visita brevissima ma attesa dai pellegrini che ogni anno visitano questo borgo ma anche dai “pucinari” – gli abitanti del posto” – che aspettavano questo momento da anni.

È  vero – dicono in molti – che questa sarà una visita brevissima ma sarà anche un momento per “avere il Santo Padre con noi”. Anche se non mancano alcuni che esprimono un pò di amarezza: avrebbero voluto una visita di un’intera giornata per il Papa dandogli così la possibilità di visitare i luoghi dell’infanzia del Santo con le stimmate, luoghi dove ancora oggi si sente e si vive la presenza di Padre Pio “perché qui non è solo nato ma qui, in questo borgo, si è formato”.

“Dopo l’evento del 2016, quando le spoglie mortali di san Pio tornarono per breve tempo tra noi, la persona dell’umile frate di Pietrelcina, che ricevette il dono del sacerdozio nella Cattedrale di Benevento il 10 agosto 1910 e che nell’arcidiocesi esercitò il ministero sacerdotale fino al 1916 abitando ancora nel paese natale; viene ora a propiziarci un altro dono grande, segno della benedizione di Dio all’amata terra beneventana”, dice l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca.  “È una splendida notizia per Pietrelcina, la terra di Padre Pio, una terra baciata dalla santità di questo uomo e dal suo carisma”, aggiunge il superiore del convento dei frati Minori Cappuccini, padre Fortunato Grottola:  “sarà un momento di risveglio per la chiesa locale e la diocesi di Benevento, la città dove lui ha ricevuto  l’ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910”. “Il Santo Padre – aggiunge il religioso – ci annuncerà  il Vangelo con quella forza a lui comune che farà vibrare i cuori delle persone e dei fedeli”.

In questa terra della Campania il futuro Santo molto venerato in tutto il mondo, ha vissuto alcuni momenti significativi del suo apostolato a partire proprio dal 10 agosto del 1910 quando è stato ordinato, nel duomo di Benevento, sacerdote, passando per la celebrazione della sua prima messa nell’attuale santuario a lui dedicato nella piazza centrale del paese, quattro giorni dopo (14 agosto) e poi, a Piana Romana con l’apparizione delle prime stimmate. Tre giorni intensi per il santo di Pietrelcina che veniva fortemente scosso da una “Voce” che non lo abbandonerà mai più, una voce che sarà con lui con il linguaggio del silenzio, del nascondimento e della preghiera. “Di Pietrelcina ricordo pietra su pietra”. “Salutatemi la Morgia”. Erano queste le frasi più note e che spesso ripeteva  ai concittadini che lo andavano a trovare a San Giovanni Rotondo. “Pietrelcina la tengo tutta chiusa nel mio cuore”, scriveva il 22 dicembre 1926 al fratello Michele. “Li avvenuto tutto”. Questo spiega pienamente tutto sul significato che ha avuto Pietrelcina nella vita del frate cappuccino. Papa Francesco, prima del Giubileo della Misericordia – quando ha voluto le spoglie del santo in Vaticano – non aveva mai parlato di Padre Pio. Allora, febbraio 2016, accogliendolo in san Pietro disse: “possiamo proprio dire che Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, ‘l’apostolato dell’ascolto’. E’ diventato, attraverso il ministero della Confessione, una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace. San Pio non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore. Poteva farlo perché era sempre attaccato alla fonte: si dissetava continuamente da Gesù Crocifisso, e così diventava un canale di misericordia. Ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze, unendo tutto all’amore di Cristo che si è donato ‘fino alla fine’ (Gv 13,1). Ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore. In questo modo la sua piccola goccia è diventata un grande fiume di misericordia, che ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo”. Quel dolore che Padre Pio portava attraverso la stigmatizzazione avvenuta quasi un mese dopo dalla sua ordinazione sacerdotale.  Era il 7 settembre 1910. Padre Pio si trovava a Piana Romana, territorio del comune di Pietrelcina a tre chilometri dal centro abitato, vicino ad un olmo al centro dell’appezzamento di terreno dei genitori.

Il luogo scelto da papa Francesco per la sua breve tappa a Pietrelcina. Qui, prima di salutare la popolazione, si fermerà a pregare.

Il frate stava sotto l’olmo per pregare e prendere un po’ di fresco, come faceva spesso: “Nessuno sa quello che avveniva là di notte”, diceva nel 1951.

Padre Pio la sera di quel settembre 1910, nonostante il dolore, tiene nascosto tutto alla mamma mentre la mattina dopo, recatosi in paese per celebrare la Messa, racconta quello che era successo all’arciprete, don Salvatore Pannullo. Il cappuccino pietrelcinese vuole che quello che è avvenuto non si sappia in giro e chiede al sacerdote di pregare affinché Gesù “mi tolga questa confusione: voglio soffrire, morire di sofferenza ma tutto nel nascondimento”.

L’anno dopo, 8 settembre 1911, dalla Torretta di Pietrelcina padre Pio scrive a padre Benedetto: “Ieri sera mi è successa una cosa che io non so né spiegare e né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore”. Questo fenomeno – aggiungeva il frate – è “da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva”.

Un fenomeno che dura fino alla stigmatizzazione visibile e permanente nel settembre 1918 sempre in forma invisibile con dolori atroci soprattutto in alcuni giorni della settimana.

La visita del pontefice sulle orme di padre Pio cade proprio a pochi mesi dell’apparizione delle stimmate visibile, il 20 settembre 1918 avvenute a San Giovanni. Ma certamente non possiamo dimenticare quello che è avvenuta a Pietrelcina otto anni prima. Ecco perché, alla vigilia del cinquantesimo della sua stigmatizzazione, ad una delle sue figlie spirituali, Cleonice Morcaldi che gli ricordava l’evento disse: “no, vuoi dire cinquantotessimo”. E la Morcaldi: “Già, è vero, le avete ricevute a Pietrelcina le stimmate invisibili”. “E si”, rispose il frate.