Mons. Felice Accrocca sulla Cattedra di San Gennaro

Arriva puntualissimo. Emozionato, in auto il nuovo arcivescovo  di Benevento, monsignor Felice Accrocca, insieme al vescovo di Latina Mariano Crociata e mons. Pompilio Cristino, delegato arcivescovile  e viene accolto da una lieve pioggia, ma inondato dal calore, dall’affetto, dagli abbracci e dai canti della sua nuova sposa, la Chiesa di Benevento. In piazza santa Sofia, già da più di un’ora il flash mob organizzato da don Renato Trapani,  responsabile  della pastorale giovanile, tiene alto il ritmo dell’attesa.
Scout, Caritas diocesana, associazioni e fedeli abbracciano il nuovo Pastore. Mons. Accrocca si emoziona, accarezza una bambina che va a salutarlo, si concede a giornalisti telecamere e fotografi. Le sue prime parole: “Impareremo a camminare insieme. Con le nostre ricchezze e con le nostre diversità. Cammineremo insieme non solo come Chiesa, ma anche come società”.
I ragazzi intonano “…e l’anno prossimo, gioco di sabato…”, rinviando alle prossime sfide tra il Benevento ed il Latina Calcio. Mons. Accrocca sorride, anzi ride, smorza un po’ la tensione.
E’ giù, di nuovo in strada, tra la folla che grida il suo nome, applaude. Sorride, si guarda in giro, saluta. Entra nella basilica di San Bartolomeo. Ad attenderlo, il rettore della basilica mons. Alessandro Pilla, il Prefetto Paola Galeone, il sindaco Fausto Pepe e i sindaci del Sannio.  Le parole del Prefetto vanno dritte al cuore: “Questa è una terra di gente piena di storia e di dignità, un popolo orgoglioso”. Parla di poveri, il Prefetto. Ricorda i deboli, gli emarginati. Cita i migranti, ringrazia la Chiesa dell’accoglienza, ringrazia la Caritas. Con voce emozionata dice: “Papa Francesco ha fatto un dono al Sannio mandando un Pastore buono”. E chiosa: “Eccellenza, si lasci conquistare da questa provincia, lavoreremo insieme con speranza”. Il sindaco  Fausto Pepe sottolinea “la grande storia di questa terra”, rammenta il disastro dell’alluvione, ringrazia la Chiesa beneventana per tutto l’aiuto che ha dato in quei momenti tragici.
Qualcuno gli aggiusta il microfono, è il momento del saluto, il primo saluto ufficiale alla sua Chiesa. Nessun residuo della voce emozionata di piazza santa Sofia. Il tono è dritto, il messaggio anche: “Sono stato chiamato da Dio ad un compito superiore alle mie forze. Lavoreremo insieme a servizio del bene comune. La Chiesa non è estranea alla società in cui vive. Il mio desiderio è di poter servire non soltanto la Chiesa di Dio, ma la città tutta e l’intero territorio”. Chiude con le parole dei Padri conciliari, che aprono il suo cammino “Promuovere l’unità corrisponde all’intima natura della Chiesa”. Il messaggio è chiaro. Mons. Accrocca viene ricevuto in Cattedrale dal Presidente del Capitolo, mons. Abramo Martignetti nel gesto del porgere il crocifisso. Nel baciare il crocifisso, il nuovo Arcivescovo evidenzia l’accoglienza di  Cristo e  della Chiesa. Sorridente e avvolto da un caloroso applauso, asperge i numerosi fedeli. Segue  un momento di raccoglimento molto intenso: la sosta in preghiera dinanzi alla Cappella del SS. Sacramento. Altro momento significativo è quando, raggiunto il cortile dell’Episcopio, riceve il Pastorale dal suo predecessore mons. Andrea Mugione, Arcivescovo degli ultimi dieci anni.  Incontro, questo, dove il passato e il presente si uniscono in un discorso di continuità, in cui il Pastore guida il gregge verso la Vita. Poi, l’ingresso in Cattedrale, simbolo dell’insediamento del nuovo Arcivescovo nella sua Diocesi; intenso e commosso è  il saluto di mons. Mugione, emozione condivisa anche da mons. Felice Accrocca. La lettura, da parte del cancelliere mons. Gianpiero Pisaniello, della Bolla del Papa relativa alla nomina del nuovo Arcivescovo avvenuta lo scorso  18 febbraio e il prendere posto sulla Cattedra,  segnano l’inizio del  ministero episcopale di Mons. Accrocca, chiamato ad accogliere l’eredità di mons. Mugione. Così Mons. Accrocca è il 109° successore sulla Cattedra di San Gennaro.

In redazione: Sabino Cubelli, Gabriella Debora Giorgione, Antonella Fusco e Enrico Pirone