Tribunale ecclesiastico: inaugurato l’anno giudiziario 2017

Nella giornata del 20 marzo scorso, presso la sala Leone XIII del palazzo arcivescovile di Benevento, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2017 del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano e d’Appello Beneventano. Ad introdurre l’evento è stato S.E mons. Felice Accrocca, arcivescovo Metropolita di Benevento, il quale, dopo aver ringraziato un nutrito pubblico composto da giuristi, sacerdoti, autorità militari e giornalisti, ha ribadito l’importanza della figura della Chiesa nella formazione dei giovani affinché possano sentire l’affetto e la vicinanza della stessa durante il percorso matrimoniale. L’Arcivescovo, tenuto conto del discorso di Papa Francesco del 21 gennaio 2017, ha elencato i rimedi da applicare per arginare la carenza dei valori religiosi: una formazione volta alla scoperta del concetto di matrimonio secondo il disegno di Dio e l’esigenza di passare da una visione giuridica a quella sacramentale. Subito dopo è stata la volta del Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico di Benevento, mons. Pietro Eduardo Russo il quale , nella relazione sull’attività del Tribunale nell’anno 2016, ha posto l’attenzione sul fatto che ” molti capi di nullità che riguardano le proprietà essenziali e le finalità del matrimonio, evidenziano in modo inequivocabile, la superficialità e il relativismo etico e sociale con cui tanti giovani e non, si avvicinano al matrimonio”. Mons. Russo ha inoltre evidenziato che “le cause introdotte nel nostro Tribunale segnano un rilevante aumento in ordine al primo grado con 67 libelli ma registrano una riduzione notevole per l’appello ridotto del 10% rispetto a prima della riforma”. Dopo la presentazione della relazione, è intervenuto l’illustre relatore il Cardinale Coccopalmiero che, nella Prolusione Ufficiale, ha invitato i presenti a rivolgere la propria attenzione su un tema molto discusso contenuto nell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia”: l’accostamento alla Penitenza e all’Eucarestia di coloro che non sono in grazia di Dio per aver intrapeso una convivenza o che siano legati ad un matrimonio precedente. Dopo una minuziosa analisi dei numeri che, nello specifico trattavano di tale argomento, il Cardinale ha illustrato la posizione della Chiesa a riguardo ribadendo che il peccatore potrà riavvicinarsi alla grazia di Dio solo se pentito sinceramente e abbia mostrato volontà di cambiare la propria posizione. Il problema da affrontare è lo scandalo che desta tale scelta in quanto i fedeli, ancora oggi, risultano essere molto restii ad accettare ciò. A tale situazione, il Cardinale ha individuato una soluzione che consiste nella formazione  adeguata della comunità affinché sia consapevole e pronta ad avere una visione inclusiva volta al reinserimento di coloro che si trovano in una situazione di peccato ma che abbiano mostrato la volontà di cambiare.