Carissimi fratelli e figli,
se la Chiesa – secondo la bella immagine di Giovanni XXIII – è la fontana del villaggio alla quale tutti gli abitanti del borgo e le genti di passaggio possono attingere ristoro, la vita contemplativo-claustrale è – per la Chiesa tutta e per il mondo – la sorgente dalla quale la fontana stessa attinge l’acqua che dispensa generosamente ai viandanti. Scrive infatti Papa Francesco alle claustrali: “A partire dalla preghiera personale e comunitaria, voi scoprite il Signore come tesoro della vostra vita (cf. Lc 12,34), il vostro bene, «tutto il bene, il sommo bene», la vostra «ricchezza a sufficienza» e, certe nella fede che «solo Dio basta», avete scelto la parte migliore (cf. Lc 10,42). Avete consegnato la vostra vita, fissando il vostro sguardo nel Signore, ritirandovi nella cella del vostro cuore (cf. Mt 6,5), nella solitudine abitata del chiostro e nella vita fraterna in comunità. In questo modo siete immagine di Cristo che cerca l’incontro con il Padre sul monte (cf. Mt 14,23)” (Vultum Dei quaerere, 9). Dobbiamo avere, quindi, un’altissima considerazione della vita contemplativa, perché da essa traggono forza ed efficacia tante attività e iniziative ecclesiali.
La temporanea partenza – dal prossimo 1° giugno – delle quattro monache della Visitazione del Monastero di San Giorgio del Sannio per il Monastero di Orti (RC), “per meglio custodire l’eredità carismatica dei propri fondatori, San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca de Chantal”, se necessaria alle monache “per dare pieno significato e continuità alla bellezza della propria consacrazione” – come le stesse hanno chiarito nel loro Comunicato –, costituisce purtroppo, per la Chiesa beneventana, una perdita grave, perché quello di San Giorgio del Sannio era l’unico monastero di clausura presente nella nostra arcidiocesi.
Noi speriamo che le monache – che continueranno a utilizzare il monastero per le attività formative delle Monache della Visitazione degli altri Monasteri del Centro-Sud – possano un giorno tornare stabilmente tra noi, così che “il saluto di oggi sia un semplice arrivederci”. Al tempo stesso, mentre esprimiamo loro il nostro grazie più cordiale e sincero, confidiamo di trovare qualche altra Comunità contemplativo-claustrale che possa insediarsi tra noi (non smetteremo, perciò, di cercarla), per consentirci di fruire ancora della “ricchezza e della bellezza di una vita interamente dedita a Dio” (Vultum Dei quaerere, 5).
Fiducioso che il Signore accolga la nostra preghiera, tutti saluto e benedico di cuore.
† Felice vescovo