Memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

Giornalismo come servizio

“Nel costruire una casa dovremmo pensare prima di tutto alle fondamenta che per il giornalista sono date dall’esercizio dell’informazione, destinata anche alla formazione dei cittadini”. Con l’immagine di un edificio in costruzione ha avviato la sua  conversazione amichevole  con i giornalisti l’arcivescovo mons. Felice Accrocca, oggi festa di san Francesco di Sales, continuando nella descrizione delle varie parti: i quattro pilastri, cioè l’equilibrio tra cronaca nera e cronaca “bianca”, il preferire la fondatezza e la veridicità delle notizie alla velocità di pubblicazione, la difesa dei deboli, la difesa della democrazia. La casa inoltre ha bisogno di un tetto e questo è rappresentato dalla dolcezza che rende meno asfittica l’aria che si respira, a somiglianza di san Francesco di Sales che, vescovo di Ginevra, un ambiente ostile alla predicazione della fede cattolica, riuscì con la dolcezza delle parole e dei modi ad attirare molti. In ultimo il giardino, che attrae per la bellezza, la via che caratterizza anche la ricerca teologica di questo terzo millennio. Alle riflessioni di mons. Accrocca sono seguite le considerazioni dei presenti, non molto numerosi in verità (spiccano le assenze dei quotidiani locali) che hanno aperto molti fronti che necessitano di ulteriori approfondimenti: il rapporto tra carta stampata e social, tematiche come la criminalità e la collusione con la politica, la povertà della società beneventana, la formazione dei blogger e il loro peso nell’informazione, giornalismo ed autonomia rispetto alle scelte editoriali. Argomenti importanti che hanno fatto nascere il desiderio di incontrarsi nuovamente, perché no, davanti a una pizza fumante: profumi e colori facilitano l’amicizia e lo stare bene insieme, per essere giornalisti a servizio delle persone.